Ancora oggi, ci troviamo a combattere contro le idee discordanti e antiche sulla sterilizzazione.

C’è chi dice ancora che è contronatura o che bisogna far fare almeno una cucciolata o che non è giusto privarli dell’atto sessuale… vi spieghiamo perché invece “È GIUSTO E DOVEROSO STERILIZZARE”…

L’ideale sarebbe sterilizzare nei primi sei mesi di vita.

1. Una gatta va in calore più volte l’anno e può quindi rimanere incinta anche 2 o 3 volte l’anno e partorire fino a 12 cuccioli, che, una volta grandi, a loro volta si potranno accoppiare e partorire altri cuccioli e questo comporterebbe l’aumento del randagismo e il sovrappopolamento delle strutture zoofile perché non è sempre facile trovare delle
famiglie che li adottino e questo comporta anche un grande costo per chi li accudisce.

2. Durante l’accoppiamento si diffondono delle malattie che possono essere letali (FIV e FELV) e possono causare anche ferite infette sia durante l’atto stesso sia durante le liti fra maschi che avvengono per “aggiudicarsi” la preda.

3. per i gatti l’atto sessuale è solo un bisogno fisiologico non di certo un atto d’amore, dove il maschio per accoppiarsi morde la femmina e per lei l’accoppiamento risulta essere molto doloroso.

4. I gatti e le gatte non sterilizzate tendono ad allontanarsi da casa per cercare di accoppiarsi favorendo così gli smarrimenti, gli incidenti, il diffondersi di malattie.

5. I gatti maschi in calore tendono a marcare il territorio con feci e urina maleodoranti; le femmine emettono miagolii acuti, si strusciano ovunque e si lamentano, tendono a fare pipi in casa, spesso su divani o letti e non razionalizzano ciò che le sta succedendo e questo per loro e’ causa di grande stress.

6. Nelle femmine la sterilizzazione riduce lo stress e il malessere del calore e il rischio di cancro uterino e mammario e nei maschi il cancro ai testicoli.

7. I gatti non hanno un senso materno o paterno e non si sentono privati dei loro cuccioli finché non li vedono..la mancata gravidanza non è per loro un motivo di sofferenza semplicemente perché non ne sentono il bisogno.